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Critica portatile al visual design Paperback – Illustrato, 25 marzo 2014
Avvertenza: Solo per uso domestico
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- ISBN-108806217712
- ISBN-13978-8806217716
- EdizioneIllustrated
- EditoreEinaudi
- Data di pubblicazione25 marzo 2014
- LinguaItaliano
- Dimensioni12.6 x 2.4 x 19.7 cm
- Lunghezza stampa328 pagine
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Dettagli prodotto
- Editore : Einaudi; Illustrated edizione (25 marzo 2014)
- Lingua : Italiano
- Paperback : 328 pagine
- ISBN-10 : 8806217712
- ISBN-13 : 978-8806217716
- Peso articolo : 340 g
- Dimensioni : 12.6 x 2.4 x 19.7 cm
- Posizione nella classifica Bestseller di Amazon: n. 4,579 in Libri (Visualizza i Top 100 nella categoria Libri)
- n. 295 in Giochi di società
- Recensioni dei clienti:
Informazioni sull'autore

Riccardo Falcinelli (1973) è uno dei piú apprezzati graphic designer italiani. Insegna Psicologia della percezione presso la facoltà di Design ISIA di Roma. Nel 2011 ha pubblicato con Stampa Alternativa & Graffiti Guardare. Pensare. Progettare. Neuroscienze per il design. Per Einaudi Stile Libero ha pubblicato Critica portatile al visual design (2014), Cromorama (2017), Figure (2020) e ha curato Filosofia del graphic design (2022). Suo è l'attuale progetto grafico di Einaudi Stile Libero.
www.falcinelliand.co
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'Il visual design ci circonda. E in molti hanno imparato a riconoscerlo: nella grafica delle grandi aziende, nelle pubblicità, nelle interfacce del computer o del telefonino, nelle copertine dei libri o nei video musicali'
Ma il visual design, in fin dei conti, cos’è? Riccardo Falcinelli, uno dei più apprezzati visual designer nel panorama della grafica italiana, in “Critica portatile al visual design da Gutenberg ai social network” ce lo rendere chiaro. Ma ciò che sicuramente va compreso è che questo particolare linguaggio, riflesso di una società in continua trasformazione, informa, narra e seduce: tecniche e fini vanno assaporati e compresi con piccoli e grandi esempi dal mondo digitale e fisico, che l’autore ci illustra con sguardo esperto e coinvolgente.
A prima vista potrebbe sembrare che il visual design, che si fa forte della serializzazione, sia una pratica moderna, dei giorni nostri o comunque scatenato dal genio di Andy Warhol con la sua Pop art, ma non c’è niente di più sbagliato. Esempi di serializzazioni ne troviamo già nel Cinquecento. Marcantonio Raimondi, “forse il più grande incisore dei suoi tempi”, venne arrestato per aver essere stato “accusato di quello che, con un termine moderno, chiamiamo design”. Il suo crimine infatti era quello di aver pensato di produrre copie di grandi quadri all’epoca riservati al mondo della Chiesa e delle élite al grande pubblico, attivando una diffusione estesa della cultura.
Ma ad aver fatto il passo più grande in questa direzione è sicuramente Gutenberg, che nel Quattrocento ha stampato il “primo oggetto industriale, cioè di design”, il libro. Con la stampa a caratteri mobili infatti è stato dato avvio a un importantissimo sistema di serializzazione. Ma solo oggi, in particolare grazie alla diffusione della società di massa, possiamo comprendere senza eccessive difficoltà e smorfie che la cultura e l’arte, in particolare il design, possano essere abitati, utilizzati, ma soprattutto visti.
L’aspetto curioso è che il visual design sia inestricabilmente legato anche a elementi prettamente psicologici: prendiamo a esempio il catalogo di Ikea, “l’idea di fondo è usarlo non come listino, ma come fiction, visualizzando non i mobili, ma il mondo accogliente di chi li abita; e proponendo un gusto, un modo di illuminare lo spazio e perfino un modo di stare e di essere“. Il visual design, insomma, “è tutto, dà forma a un modo di vivere e di pensare nel quale i prodotti abitano l’immaginazione” e lo fa con sapienza.
Se ci pensiamo, quando acquistiamo un determinato marchio, “facciamo nostro” un sistema di valori, idee, sguardi che vengono veicolati attraverso delle merci, che possono essere libri (la vision di Sellerio e di Fandango Libri sono molto diverse tra loro), borse (indossare Louis Vuitton o Carpisa certamente identifica il tuo status), beni tecnologici (i prodotti Apple portano con sè una storia molto innovativa).
Con il design si è arrivati dunque a un importante svolta per il mondo dell’arte – anche se non si è ancora spenta l’idea di alcuni che arte e design siano due cose ben distinte – e del marketing: il disegno non si intende più come un tracciare figure, ma nell’inventarne, il disegno intesto come “strumento per ragionare”.
E’ per questo che la traduzione esatta di “design” sarebbe “progetto” o “progettazione”. Il design dunque, per Riccardo Falcinelli, ha a che fare “la progettazione di artefatti o eventi attraverso procedure prestabilite e ripetibili”. Da qui opere d’arte come “La Gioconda” di Leonardo non possono che essere riprodotte sulla superficie di tazze, magliette, poster: materia che continua a interrogare i grafici su quale uso fare delle immagini.
A proposito di grafici e designer, Riccardo Falcinelli, in questo libro che potremmo definire un manuale molto pratico e ricco di immagini, non si risparmia dal sollevare una critica severa ai e per i nuovi designer: “la maggior parte del visual design che ci circonda è mera decorazione, fatta tanto per fare, e a molti (anche tra i potenti) sta sfuggendo di mano la forza di comunicazione a cui potrebbero accedere”.
Tutti i designer oggi hanno a che fare con i pixel, il loro lavoro si riduce a maneggiare proprio questi piccoli tasselli di immagine, e qui viene il punto: il designer per Falcinelli, “dovrebbe essere un modo di ragionare, di impostare problemi, di raccontare storie”, che “non può ridursi a maneggiare box o a spostare pixel […]: le pratiche artistiche e artigianali hanno invece sempre comportato un uso specifico del corpo e dello spazio: non c’è mai stato un guardare senza fare. Scolpire, dipingere, suonare non sono attività che si fanno da seduti guardando il soffitto: le idee della scultura non vengono prima di scolpire, ma vengono scolpendo”.
Certo, sul visual design ci sarà ancora molto da dire e da fare, oltre che da imparare, ma sicuramente chi vuole partire da una buona base per riuscire a interpretare, e non subire, ciò che ci circonda questo libro potrebbe essere un ottimo spunto di riflessione… in serie.
Il blog dell'editore
È stimolante e ti fa crescere la curiosità verso questo vastissimo mondo.
È scritto in un modo molto semplice e comprensibile.
Leggere questo libro è stata davvero una bella scoperta.
Super super consigliato!!!
Ovviamente non è una lettura per tutti, nel senso che è rivolta a chi è interessato agli argomenti trattati e a capire qualche cosa di più in materia, invece per gli altri potrebbe risultare indubbiamente noiosa o non così interessante.
In ogni caso consigliato sicuramente!
P.s. Inizialmente mi era arrivata una copia del libro in cui alcune pagine erano bianche (mancava chiaramente la stampa). Sicuramente era dovuto ad un difetto di stampa. Non nascondo che ciò mi aveva indispettito, ma mi sono subito ricreduto per il prontissimo reso: il giorno seguente ero già in possesso di una nuova copia del libro perfetta. Sempre eccellente il servizio di Amazon!

Ovviamente non è una lettura per tutti, nel senso che è rivolta a chi è interessato agli argomenti trattati e a capire qualche cosa di più in materia, invece per gli altri potrebbe risultare indubbiamente noiosa o non così interessante.
In ogni caso consigliato sicuramente!
P.s. Inizialmente mi era arrivata una copia del libro in cui alcune pagine erano bianche (mancava chiaramente la stampa). Sicuramente era dovuto ad un difetto di stampa. Non nascondo che ciò mi aveva indispettito, ma mi sono subito ricreduto per il prontissimo reso: il giorno seguente ero già in possesso di una nuova copia del libro perfetta. Sempre eccellente il servizio di Amazon!





Falcinelli scrive bene: lessico appropriato, esposizione chiara e comprensibile. E soprattutto idee e punti di vista stimolanti e non banali.
Molto diverso da tanti luminari architetti che spesso annoiano i propri lettori con elucubrazioni vuote, improbabili, incomprensibili anche ai loro stessi colleghi.
Oltre ad aver gustato i contenuti (il vero motivo per leggere un libro fino in fondo - si dice "divorare" un libro, vero?) posso aggiungere:
- una impaginazione elegante (finalmente un font graziato, se ne vedono sempre meno... ) con dimensione dei caratteri corretta anche per presbiti
- una attenta selezione di immagini (trattate in due colori, eleganti ma ancora comunicative)
- richiami a note e figure come si deve (non è per nulla scontato...)
- una qualità di stampa, della carta e della rilegatura assolutamente adeguata al contenuto e - per la mia esperienza - sopra la media
Non lo conoscevo prima, questo Falcinelli: ora lo seguiro' con interesse.
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